Riaccendere la motivazione quando non c'è

May 22, 2021
accendere la batteria della macchina booster motivazione

 

 

Riaccendere la motivazione quando non c'è

Quando la macchina è ferma da un po', la batteria si scarica.

Mi è capitato ultimamente. Per farla ripartire talvolta è necessario un booster, un dispositivo che dà il minimo di carica necessaria per riaccendere la batteria.

La stessa cosa vale per la motivazione.

Quando si interrompe una routine per un evento esterno o quando diventa difficile mantenere la costanza, quando ci si sente bloccati, tristi, delusi o spaesati la nostra motivazione scema, fino a talvolta scaricarsi completamente. 

Capita a tutti ed è normale.

Ci sono gli alti e bassi.

Magari per un periodo siamo euforici e pieni di grinta. Dopo qualche tempo ci sentiamo sopraffatti perché appena risolviamo un problema ne sorge un altro, proprio come i funghi (ti capita mai?)

Un giorno ti senti alle stelle, il giorno dopo ti chiedi “ma che senso ha tutto questo?”

Il giorno dopo ancora scopri che alcuni problemi si sono risolti da soli, oppure che bastava una telefonata o metterci la testa con più serenità e lucidità.

Insomma, se sei come me le hai vissute un po’ tutte queste giornate.

In quei momenti ciò di cui abbiamo bisogno è riaccendere la scintilla.

Come?

Quello che mi fa rimanere salda in queste montagne russe di emozioni sono alcune consapevolezze.

 

riaccendere la scintilla

 

Fermati.

Avere alti e bassi è normale, prima cosa da fare: fermarsi.

Non pensare che essere produttivi significa essere sempre attivi.

Riposare e prendere del tempo per te è la cosa più saggia che puoi fare in questo momento.

Se continui a girare come una trottola, non potrai capire cosa fare.

Abbi il coraggio di fermarti e riposarti.
Abbi il coraggio di uscire dal vortice del fare, fare, fare.

Abbi il coraggio di seguire il tuo passo senza aver paura di perderti qualcosa se smetti di correre. 

Hai mai sentito parlare di FOMO?

Fears Of Missing Out, ovvero la paura di essere tagliati fuori.

È una delle conseguenze di internet, dei social network, dell’essere sempre “potenzialmente connessi”, e quindi sempre attivi, sempre produttivi.

Abbi il coraggio di prenderti del tempo e trasforma la FOMO in JOMO, Joy Of Missing Out. La gioia di esser tagliati fuori, che tradurrei meglio come la gioia di vivere il momento presente.

E se nel momento presente hai bisogno di fermarti, fermati.

 

 

Non è il momento per prendere decisioni

Non prendere decisioni nei momenti no (ma attenzione anche a prenderle nei momenti di troppa euforia!)

Datti il tempo di elaborare le opzioni, le sensazioni e le emozioni.

 

Dai un nuovo significato al tuo quadro.

Quando tutto si blocca, niente ha più senso: è come se il mondo fosse in bianco e nero. 

Sta a noi colorarlo di nuovo e dare un nuovo significato a ciò che facciamo, a ciò che vogliamo.

Può essere una delle cose più difficili del mondo, ma vedila così: invece di vedere tutto nero, inizia a vedere tutto bianco.

Se tutto non ha più senso, tutto può avere un nuovo senso.

Non si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Si tratta di aprire un astuccio di colori e scegliere di colorare un disegno come lo vorresti tu.

In questo momento sei bloccato, niente ha senso?

Cogli questa meravigliosa opportunità per fare un passo indietro, vedere il tuo disegno da lontano e coloralo di nuovo.

Vedila come un’opportunità di cominciare da zero, di darti la possibilità di farlo con gioia, ovvero di divertirti mentre lo fai.

Se tu potessi riposizionare tutto ciò che adesso compone la tua vita e dare un nuovo significato, quale sarebbe?

 

Concentrati su ciò che ami fare.

Cosa in questo momento ti farebbe felice? 

Prendi e carta e penna e fai un elenco di almeno tre cose.

Adesso che hai fatto la lista, dimmi. Perché non le stai facendo?

Vuoi gestire meglio il tuo tempo?

Impara a valorizzarlo e a capire cosa ha davvero significato, cosa è davvero importante e fallo. Pianificalo, programmalo. Martedì alle 17. Mercoledì alle 9. Giovedì alle 21.

5, 10, 30 minuti. Non importa, ma fallo.

Se non lo pianifichi, non lo farai.

 

Dai un nuovo significato alle attività che non ami.

Non sempre siamo nella condizione di fare ciò che amiamo.

Anzi, molto spesso ci sono delle attività che non amiamo fare, ma che dobbiamo comunque svolgere.

Cosa fare?

Ristruttura il significato delle attività che non ami. 

In certe giornate lavorative, soprattutto quando sento che non la routine lavorativa è poco stimolante, cerco di dare un significato diverso  alle mie attività giornaliere in modo che mi facciano sentire produttiva e che possano contribuire allo sviluppo del mio potenziale.

Qualche esempio?

Se hai una riunione particolarmente difficile, oppure noiosa, cerca di considerarlo un esercizio per migliorare una tua soft skill (saper lavorare in team, saper comunicare in modo efficace). In questo modo, non sarai concentrato sul fatto che la riunione è noiosa e vorresti fare altro, ma ti concentro sulla soft skill che vuoi allenare.

Un altro esempio: se devi fare una commissione, vai a piedi così cammini un po’ e raggiungi più facilmente il tuo obiettivo giornaliero di 5 mila passi.

Ho sempre fatto questo tipo di esercizio per poi scoprire in seguito che Shawn Achor ne “Il Vantaggio della felicità” illustra proprio come collegare il proprio lavoro (ma direi qualsiasi attività) alla propria vocazione. Si tratta proprio di una ristrutturazione del significato.

"I ricercatori hanno scoperto che anche i compiti più piccoli possono essere impregnati di maggior significato quando sono collegati a obiettivi e valori personali. Più possiamo allineare i nostri compiti quotidiani con la nostra visione personale, più è probabile che vedremo il lavoro come una chiamata."

E in più, aggiungo io, riusciamo a sentirci produttivi, ovvero sentiamo di aver usato al meglio il nostro tempo, ovvero valorizzato.

Avere sempre chiaro l’obiettivo ultimo, quello più grande di tutti, quello che si avvicina alla felicità pura. 

Per me si tratta proprio di vocazione e eredità inteso come l’impatto positivo che voglio avere.

Vuoi sapere come faccio io?

Mi riconnetto con i miei valori.

 

 

 

Parole d’ordine.

Parole d’ordine: piccoli passi e compassione.

Ancora una volta, ma soprattutto sempre e comunque: procedere a piccoli passi e darsi il tempo di sbagliare o di non indovinarla proprio alla prima.

Se in questo momento sei bloccato, non mi resta che augurarti un buon inizio e ricordarti di gioire di questa nuova splendida occasione.

 

 

 

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